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INFORMAZIONI GENERALI SU SARS-CoV-2 (nuovo coronavirus)
SARS-COV-2 (NUOVO CORONAVIRUS)
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e le Autorità della Repubblica Popolare Cinese, a seguito di alcuni casi di polmonite virale registrati nella città di Wuhan, nella provincia cinese dell’Hubei, dal 31 dicembre 2019, hanno confermato di aver identificato un nuovo Coronavirus (SARS-CoV-2) che dà origine ad una patologia ribattezzata ufficialmente, da martedì 11 febbraio 2020, COVID-19 (Coronavirus Disease 2019).
Sul Portale del Ministero della Salute italiano è disponibile una sezione interamente dedicata al “Nuovo Coronavirus”, con approfondimenti utili su tutti i temi connessi al virus e alla patologia ad esso associata (COVID-19).
LA DIFFUSIONE NEL MONDO
Dal mese di gennaio 2020, il COVID-19 si è progressivamente diffuso al di fuori della Cina, dove si è registrato il primo focolaio di contagio.
L’andamento della diffusione del contagio è monitorata dalla Johns Hopkins University, che riporta i dati su una mappa aggiornata in tempo pressoché reale. La mappa è disponibile cliccando qui.
In risposta alla diffusione del SARS-CoV-2, sono state adottate misure restrittive alla circolazione su scala mondiale.
Per informazioni sulle misure adottate dai vari Stati in risposta all’emergenza sanitaria causata da COVID-19, consulta le Schede Paese di ViaggiareSicuri, cliccando sul pulsante “Cerca Paese” dal menu in alto a sinistra, oppure gli aggiornamenti degli Avvisi in Evidenza, cliccando sul pulsante “Aggiornamenti” dal menu in alto a sinistra.
Oltre agli Avvisi in Evidenza, consulta anche la sezione “Situazione Sanitaria” della Scheda Paese di tuo interesse, poiché alcune informazioni più specifiche possono essere contenute in questa parte della Scheda.
Per maggiori informazioni sulla situazione in Italia, consulta gli altri approfondimenti disponibili in questa sezione (menu laterale).
ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ – OMS
Il nuovo Coronavirus è tuttora oggetto di studio ed analisi da parte delle Autorità sanitarie di tutto il mondo e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, al fine di fornire ulteriori indicazioni al pubblico ed assicurare un efficace contenimento del fenomeno.
In data 11 marzo 2020, il Direttore Generale dell’Organizzazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha annunciato che, in base alle valutazioni dell’OMS, COVID19 ha le caratteristiche per essere considerato una “pandemia”.
L’OMS, il 30 gennaio 2020, aveva dichiarato il nuovo coronavirus “SARS-CoV-2” (precedentemente denominato 2019-nCoV) e la patologia ad esso associata, COVID-19, una Public Health Emergency of International Concern, vale a dire una “emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale”.
Tale dichiarazione era stata annunciata dall’OMS, nelle parole del Direttore Generale dell’Organizzazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, a tutela dei Paesi con un sistema sanitario non sufficientemente forte per affrontare la diffusione del virus e perché molto deve essere ancora compreso in merito al virus stesso. Il discorso integrale del DG Tedros può essere visualizzato cliccando qui.
L’OMS ha creato alcune sezioni dedicate al nuovo coronavirus e alla patologia associata COVID-19 sul proprio sito web, dove è possibile trovare rapporti sulla diffusione del virus (Situation Report) e le raccomandazioni dell’Organizzazione. Di seguito, una serie di link utili per approfondire l’argomento:
Aggiornamenti OMS sul coronavirus
CENTRO EUROPEO PER LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLE MALATTIE – ECDC
A livello europeo, si raccomanda la consultazione periodica degli aggiornamenti forniti dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC – European Centre for Disease Prevention and Control), che ha una sezione interamente dedicata al coronavirus SARS-CoV-2 e patologia associata Covid-19.
Lo stato di emergenza sul territorio nazionale, dovuto alla pandemia da COVID-19, è cessato il 31 marzo 2022. Rimangono in vigore alcune misure di controllo e contenimento, nell’ambito di un graduale superamento della fase emergenziale. Per maggiori informazioni, è disponibile il Comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 17 marzo scorso: Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 67 | www.governo.it. È possibile cliccare qui per consultare tutta la normativa vigente in tema di Coronavirus.
GREEN PASS, CERTIFICATI EQUIVALENTI e USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Con successive disposizioni, le Autorità italiane hanno stabilito l’introduzione del Green Pass o Certificato verde digitale Covid-19 o Certificato Covid Digitale UE o certificato equivalente, rilasciato a seguito di vaccinazione, guarigione o test molecolare o antigenico.
Dal 1 febbraio 2022, le certificazioni rilasciate a seguito di completamento del ciclo vaccinale e le certificazioni di guarigione (Green Pass da vaccinazione o guarigione), in Italia, hanno una validità di sei (6) mesi, come stabilito all’art. 3 del Decreto Legge 24 dicembre 2021, n. 221. La certificazione vaccinale comprensiva di dose “booster”, al momento, ha durata illimitata.
MISURE IN VIGORE FINO AL 30 SETTEMBRE 2022
In Italia, non sussiste più l’obbligo di esibire il cosiddetto “Green Pass” per accedere a servizi di trasporto, ristorazione o alberghieri, né per l’accesso ad altri esercizi commerciali. Per maggiori dettagli, si rimanda al Decreto-Legge 24 marzo 2022, n. 24.
Fino al 30 settembre 2022, è obbligatorio indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 sui mezzi pubblici di trasporto (treni, navi, traghetti, autobus e altri mezzi di trasporto pubblico), esclusi gli aerei, nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali (RSA) e nelle strutture sanitarie. Per informazioni, in attesa della pubblicazione del relativo provvedimento, cliccare qui.
E’ comunque raccomandato di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie in tutti i luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico.
Non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie: a) i bambini di eta’ inferiore ai sei anni; b) le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con una persona con disabilità in modo da non poter fare uso del dispositivo; c) i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva.
CERTIFICAZIONI EQUIVALENTI
Le caratteristiche necessarie affinché una certificazione rilasciata da Autorità sanitarie estere sia considerata “equivalente” a una certificazione italiana o UE sono di norma indicate dagli Uffici competenti del Ministero della salute italiano, con apposita circolare, a fronte di provvedimenti governativi. Al momento, l’Italia riconosce come equivalenti le certificazioni rilasciate da alcuni Stati extra UE, purché rispondano alle caratteristiche indicate nella Circolare del Ministero della Salute del 30 luglio 2021. Inoltre, dal 23 settembre 2021, il Ministero della Salute italiano ha riconosciuto (con questa Circolare) l’equivalenza – sul territorio nazionale – di alcuni vaccini, somministrati da autorità sanitarie estere. Si tratta, in particolare, di:
A seguito di tale riconoscimento:
– i cittadini italiani (anche residenti all’estero) e i loro familiari conviventi, indipendentemente dal fatto che siano iscritti al Servizio Sanitario Nazionale o al SASN (Assistenza Sanitaria al Personale Navigante), e tutti i soggetti iscritti a qualunque titolo al Servizio Sanitario Nazionale che sono stati vaccinati all’estero con i summenzionati vaccini o che sono guariti all’estero da COVID-19, potranno richiedere, se si trovano già sul territorio italiano, il rilascio del Green Pass recandosi presso le Aziende Sanitarie locali di competenza territoriale.
– tutti gli altri cittadini stranieri vaccinati all’estero con i summenzionati vaccini avranno diritto ad utilizzare tutti i servizi sul territorio nazionale, senza necessità di scaricare esattamente il Green pass. Per poter essere riconosciute come equivalenti al Green Pass, le certificazioni sul vaccino ricevuto all’estero dovranno contenere le seguenti informazioni: dati identificativi del titolare, dati relativi al vaccino, data/e di somministrazione del vaccino, dati identificativi di chi ha rilasciato il certificato; dovranno inoltre essere redatte in italiano, inglese, francese, spagnolo o tedesco oppure, ove fossero rilasciate in un’altra lingua, essere accompagnate da una traduzione giurata.
Dal 1 giugno 2022, in ogni caso, non è più necessario esibire il Green Pass o certificato equivalente per l’ingresso in Italia. Il Green Pass non è più richiesto per accedere a servizi di trasporto, ristorazione o alberghieri, né per accedere agli esercizi commerciali in Italia.
La normativa in merito al Green Pass, ivi incluse le Circolari del Ministero della Salute, è disponibile qui.
Dal 1 giugno 2022, non è più richiesto il Green Pass (né certificazione equivalente) per l’ingresso o il rientro in Italia.
Le misure restrittive per l’ingresso in Italia, legate al COVID-19, disposte con successive Ordinanze da parte del Ministro della Salute, non sono state prorogate oltre il 31 maggio 2022, come indicato qui.
In Italia, fino al 30 settembre 2022, rimangono in vigore alcune misure di contenimento dovute al COVID-19, come l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie in determinati contesti.
MISURE IN VIGORE FINO AL 30 SETTEMBRE 2022
In Italia, non sussiste più l’obbligo di esibire il cosiddetto “Green Pass” per accedere a servizi di trasporto, ristorazione o alberghieri, né per l’accesso ad altri esercizi commerciali. Per maggiori dettagli, si rimanda al Decreto-Legge 24 marzo 2022, n. 24.
Fino al 30 settembre 2022, è obbligatorio indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 sui mezzi pubblici di trasporto (treni, navi, traghetti, autobus e altri mezzi di trasporto pubblico), esclusi gli aerei, nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali (RSA) e nelle strutture sanitarie. Per informazioni, in attesa della pubblicazione del relativo provvedimento, cliccare qui.
E’ comunque raccomandato di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie in tutti i luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico.
Non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie: a) i bambini di eta’ inferiore ai sei anni; b) le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con una persona con disabilità in modo da non poter fare uso del dispositivo; c) i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva.
La rimozione delle limitazioni agli spostamenti da/per l’Italia non esclude che alcuni Paesi possano ancora porre dei limiti all’ingresso di viaggiatori provenienti dall’estero.
Si raccomanda di consultare sempre la Scheda del Paese di interesse su ViaggiareSicuri, per verificare eventuali restrizioni all’ingresso da parte delle Autorità locali.
Si ricorda che l’emergenza sanitaria causata da COVID-19 nel mondo non è conclusa e che i Paesi di destinazione possono tuttora adottare misure restrittive, anche estemporanee.
Tutti coloro che intendano recarsi all’estero, indipendentemente dalla destinazione e dalle motivazioni del viaggio, devono ancora considerare che qualsiasi spostamento, in questo periodo, può comportare un rischio di carattere sanitario, o comunque un rischio connesso all’emergenza sanitaria causata da Covid-19 (ad esempio, cancellazione di voli).
In particolare, nel caso in cui sia necessario sottoporsi a test molecolare o antigenico per l’ingresso/rientro in Italia, si rammenta che i viaggiatori devono prendere in considerazione la possibilità che il test dia un risultato positivo. In questo caso, non è possibile viaggiare con mezzi commerciali e si è soggetti alle procedure di quarantena e contenimento previste dal Paese in cui ci si trova.
Tali procedure interessano, secondo la normativa locale, anche i cosiddetti “contatti” con il soggetto positivo, che sono ugualmente sottoposti a quarantena/isolamento dalle autorità locali e a cui non è consentito spostarsi. Si raccomanda, pertanto, di pianificare con massima attenzione ogni aspetto del viaggio, contemplando anche la possibilità di dover trascorrere un periodo aggiuntivo all’estero, nonché di dotarsi di un’assicurazione sanitaria che copra anche i rischi connessi a COVID-19.
Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 giugno 2021, è stata approvata la Certificazione verde COVID-19 che, dal 1 luglio 2021, è valida anche come EU Digital Covid Certificate e può essere utilizzata per facilitare gli spostamenti all’interno dell’Unione Europea e dell’Area Schengen.
Tutte le informazioni su che cos’è e come si ottiene la Certificazione verde COVID-19 in Italia sono reperibili sul portale dedicato: Home – Certificazione verde COVID-19 (dgc.gov.it).
COS’È LO EU DIGITAL COVID CERTIFICATE?
È un certificato, cartaceo o digitale, che attesta la vaccinazione, guarigione da COVID-19 o il risultato di test molecolare o antigenico del titolare.
PERCHÉ E’ STATO ADOTTATO?
Per facilitare la libera circolazione dei cittadini dell’UE all’interno dello spazio comunitario. Gli Stati che riconoscono il certificato COVID digitale non dovrebbero imporre altre restrizioni a chi lo possiede. Misure straordinarie a tutela della salute pubblica possono comunque essere attuate da ciascuno Stato, ove ne ricorrano le circostanze (ad es. in caso di diffusione di nuove varianti).
QUALI SONO LE CARATTERISTICHE?
PER QUANTO SARÀ IN VIGORE?
Per 12 mesi a partire dal 01/07/2021.
QUALI VACCINI SONO ACCETTATI?
Sono validi per ottenere la Certificazione verde COVID-19 in Italia i vaccini approvati dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e inseriti nel Piano nazionale vaccini, ad oggi: Comirnaty di Pfizer-BioNtech, Moderna, Vaxzevria (AstraZeneca), Janssen (Johnson & Johnson), Nuvaxovid (Novavax).
Sono, inoltre, riconosciuti equivalenti i seguenti vaccini, somministrati dalle autorità sanitarie nazionali competenti estere:
A seguito di tale riconoscimento:
– i cittadini italiani (anche residenti all’estero) e i loro familiari conviventi, indipendentemente dal fatto che siano iscritti al Servizio Sanitario Nazionale o al SASN (Assistenza Sanitaria al Personale Navigante), e tutti i soggetti iscritti a qualunque titolo al Servizio Sanitario Nazionale che sono stati vaccinati all’estero con i summenzionati vaccini o che sono guariti all’estero da COVID-19, potranno richiedere, se si trovano già sul territorio italiano, il rilascio del Green Pass recandosi presso le Aziende Sanitarie locali di competenza territoriale.
– tutti gli altri cittadini stranieri vaccinati all’estero con i summenzionati vaccini avranno diritto ad accedere, sul territorio nazionale, a tutti i luoghi e servizi senza necessità di scaricare esattamente il Green Pass. Per poter essere riconosciute come equivalenti al Green Pass, le certificazioni sul vaccino ricevuto all’estero dovranno contenere le seguenti informazioni: dati identificativi del titolare, dati relativi al vaccino, data/e di somministrazione del vaccino, dati identificativi di chi ha rilasciato il certificato; dovranno inoltre essere redatte in italiano, inglese, francese, spagnolo o tedesco oppure, ove fossero rilasciate in un’altra lingua, essere accompagnate da una traduzione giurata.
CHI EMETTE IL CERTIFICATO?
Le Autorità nazionali preposte, che lo rilasciano in formato digitale, archiviabile anche su dispositivi mobili, o cartaceo.
Per maggiori informazioni sullo EU Digital Covid Certificate a livello europeo, si rimanda alle informazioni pubblicate e aggiornate dalla Commissione Europea: Certificato COVID digitale dell’UE: | Commissione europea (europa.eu).
Si ricorda, invece, che tutte le informazioni su come ottenere la Certificazione verde COVID-19 in Italia sono reperibili sul portale dedicato: Home – Certificazione verde COVID-19 (dgc.gov.it).
I viaggiatori che intendano visitare determinate regioni in uno o più paesi in via di sviluppo devono recarsi in un ambulatorio di Medicina del Viaggiatore o consultare il proprio medico curante prima del viaggio. Questo consulto deve aver luogo almeno 4-6 settimane prima della partenza, in particolar modo se si tratta di un viaggio di lunga durata per motivi di lavoro. Durante il colloquio il medico raccoglierà informazioni anamnestiche circa i più importanti fattori di rischi, indicherà quali sono le vaccinazioni consigliate e/o obbligatorie, i farmaci antimalarici da assumere, altri farmaci da portare in viaggio o la strumentazione sanitaria che potrebbe rendersi necessaria. Un consulto medico specialistico è particolarmente raccomandato ai viaggiatori con problemi medici pre-esistenti al fine di garantire e tutelare la salute durante il viaggio.
Soprattutto nel caso di viaggi in paesi con bassa qualità dei servizi sanitari e durante viaggi in aree remote, è sempre utile portare con se un selezione di farmaci e dispositivi medicali per far fronte a situazione in cui l’accesso ai servizi sanitari possa risultare difficile per motivi logistici o per l’assenza degli stessi. La scelta dei prodotti dipende dalle caratteristiche del viaggio e dalla salute del singolo viaggiatore. La scelta dei farmaci dovrebbe essere sempre discussa con il medico curante e i viaggiatori dovrebbero acquisire familiarità con le caratteristiche, le indicazioni e le controindicazioni dei prodotti. Le istruzioni per l’uso devono essere sempre conservate nella confezione.
Contenuto di una farmacia da viaggio
Articoli di pronto soccorso
Farmaci
Forniture mediche
Va ricordato che per il trasporto aereo e l’ingresso in alcuni Paesi di determinati dispositivi medicali e/o farmaci necessari per il trattamento di condizioni morbose croniche è necessario il rilascio, da parte di un medico preposto, di un apposito certificato da ottenersi prima della partenza.
Esempi di alcuni certificati da procurarsi prima della partenza se presenti specifiche condizioni di salute:
Alcuni stati richiedono ai viaggiatori la certificazione attestante la negatività degli anticorpi per il virus dell’AIDS (HIV), ma soltanto a coloro che si propongono di risiedere a lungo sul loro territorio, per ragioni di lavoro o di studio.
Se si decide di viaggiare in Europa è necessario portare con sé la Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM), che è stata consegnata a domicilio a tutti i cittadini italiani. Questo documento darà diritto, nei paesi della Comunità Europea ed in Svizzera, all’assistenza sanitaria gratuita, cioè, in caso di necessità, ad usufruire delle stesse prestazioni (visite mediche, ricoveri ospedalieri, ecc.) previste per i cittadini del paese visitato.
Come già indicato, molti paesi richiedono, quale condizione per accedere sul loro territorio, il Certificato di Vaccinazione contro la Febbre Gialla (Vaccinazione anti-amarillica); notizie in merito possono essere assunte presso gli ambulatori di medicina dei viaggi.
I cittadini italiani che si spostano all’interno degli stati dell’Unione Europea, della Svizzera, della Norvegia, Islanda e Liechtenstein e dei Paesi con cui sono state stipulate apposite convenzioni, possono fruire dell’assistenza sanitaria diretta presentando la documentazione prevista dai Regolamenti comunitari o dai singoli accordi. Negli altri Paesi in cui non viga un’apposita convenzione bilaterale l’assistenza sanitaria non è fornita a titolo gratuito. Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale raccomanda caldamente, nel loro stesso interesse, a tutti coloro che sono in procinto di recarsi temporaneamente all’estero di munirsi della Tessera europea assicurazione malattia (TEAM), per viaggi in Paesi dell’UE, o, per viaggi extra UE, di un’assicurazione sanitaria con un adeguato massimale, tale da coprire non solo le spese di cure mediche e terapie effettuate presso strutture ospedaliere e sanitarie locali, ma anche l’eventuale trasferimento aereo in un altro Paese o il rimpatrio del malato, nei casi più gravi anche per mezzo di aeroambulanza.
In caso di viaggi turistici organizzati, si suggerisce di controllare attentamente il contenuto delle assicurazioni sanitarie comprese nei pacchetti di viaggio e, in assenza di garanzie adeguate, si consiglia di stipulare polizze assicurative sanitarie individuali.
E’ infatti noto che in numerosi Paesi gli standard medico-sanitari locali sono diversi da quelli europei, e che spesso le strutture private presentano costi molto elevati per ogni tipo di assistenza, cura o prestazione erogata. Negli ultimi anni, la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero (D.G.I.T.) ha registrato un aumento esponenziale di segnalazioni di casi di italiani in situazioni di difficoltà all’estero per ragioni medico-sanitarie. Occorre ricordare che le Rappresentanze diplomatico-consolari, pur fornendo l’assistenza necessaria, non possono sostenere nè garantire pagamenti diretti di carattere privato; soltanto nei casi più gravi ed urgenti, esse possono concedere ai connazionali non residenti nella circoscrizione consolare e che versino in situazione di indigenza dei prestiti con promessa di restituzione, che dovranno essere, comunque, rimborsati allo Stato dopo il rientro in Italia.
Per ottenere informazioni di carattere generale sull’assistenza sanitaria all’estero, si rinvia al sezione “Se Parto per…” del Ministero della Salute, dove è possibile reperire informazioni circa il diritto di usufruire o meno dell’assistenza sanitaria.
L’unità di Crisi del MAECI e L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” (INMI), nell’ambito dei propri compiti e delle proprie competenze cooperano ad uno specifico programma di informazione sanitaria dedicato ai connazionali all’estero che include la gestione e l’aggiornamento della sezione “Salute in viaggio” del sito Viaggiare Sicuri.
L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” (INMI), fondato nel 1936, è la principale istituzione pubblica del Paese da sempre dedicata alla ricerca, prevenzione, diagnosi e cura dei pazienti con malattie infettive.
Nel dicembre 1996 l’Ospedale Spallanzani è stato riconosciuto Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di diritto pubblico e dal 2000 è stato riconosciuto Istituto Nazionale per le Malattie Infettive.
La missione istituzionale dell’INMI è di:
La Struttura
Il nuovo Ospedale è stato inaugurato nel 1994 ed è dotato di 176 letti in stanze di degenza ordinaria tutte a pressione negativa per garantire la massima protezione degli operatori sanitari e della comunità. È dotato di un laboratorio al massimo livello di sicurezza biologica (livello 4), di 5 laboratori ad alata sicurezza biologica (livello 3) e di una banca biologica a pressione negativa (livello 3).
Le attività assistenziali
L’Istituto garantisce un’assistenza di elevato livello nell’intero campo delle malattie da infezione, con particolare riguardo alla infezione da HIV/AIDS, alle epatiti virali, alla tubercolosi, alle infezioni gravi, alle malattie tropicali, nonché alle altre malattie infettive/infezioni emergenti e riemergenti compresa la malattia da virus Ebola.
Ogni anno l’Istituto assiste circa 3.000 pazienti in regime di degenza ordinaria e circa 8.000 pazienti in regime di day hospital/day service. Inoltre vengono inoltre effettuate circa 15.000 visite ambulatoriali. Inoltre vengono effettuate gli esami di laboratorio per tutte le malattie infettive, incluse quelle tropicali e di importazione per le quali non esistono metodi commercialmente disponibili. Presso l’Istituto è anche attivo un ambulatorio dedicato alle malattie tropicali ed alla medicina dei viaggi, che garantisce la valutazione dei rischi da viaggi in zone di endemia per malattie tropicali, la pianificazione degli interventi profilattici e effettua le vaccinazioni internazionali.
Attività come centro di riferimento e funzioni di riferimento riconosciute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
L’INMI è stato riconosciuto dall’OMS quale Centro collaboratore per l’assistenza, la diagnosi, la risposta e la formazione sulle patologie ad elevata pericolosità ed è membro del Global Outbreak Alert and Response Network sempre dell’OMS.
Attività come centro di riferimento e funzioni di riferimento riconosciute dal Ministero della Sanità a livello Nazionale
L’INMI è stato riconosciuto dal Ministero della Salute italiano quale centro di riferimento per l’assistenza e la diagnosi di patologie contagiose ad elevato allarme sociale quali le febbre emorragiche inclusa la malattia da virus Ebola o da altri virus emorragici; per la cura, l’assistenza e la diagnosi di patologie da agenti biologici derivanti da possibili attacchi bioterroristici; per la gestione clinica e diagnostica della SARS e della influenza aviaria; per la diagnostica della febbre di Chikungunya.
Attività come centro di riferimento e funzioni di riferimento riconosciute dalla Regione Lazio
L’INMI è stato riconosciuto dalla regione Lazio quale centro di riferimento: per l’assistenza e la diagnosi di infezioni da HIV/AIDS; per la gestione di Trattamenti a Domicilio per le persone con infezione da HIV/AIDS; per le infezioni associate a procedure assistenziali; per le infezioni nei trapianti; per le malattie infettive rare; per la pandemia influenzale e l’influenza grave; per le emergenze biologiche; per la gestione delle esposizioni professionali di HIV, HBV e HCV negli operatori sanitari; quale laboratorio di riferimento per la diagnostica di laboratorio delle infezioni da Pneumococco, la diagnostica molecolare avanzata delle malattie infettive per tutti gli ospedali pubblici della regione Lazio, per il morbillo, la rosolia, le malattie trasmesse da vettori (incluse le febbri da Chikungunya, Dengue, Zika e West Nile virus), per le epatiti virali a trasmissione oro-fecale; quale Servizio Regionale di Epidemiologia Sorveglianza e Controllo delle Malattie Infettive; per la gestione farmacologica della tubercolosi multi resistente; per l’acquisto centralizzato dei farmaci antivirali ad azione diretta contro l’Epatite C.
Attività di Cooperazione Internazionale allo Sviluppo e di trasferimento tecnologico in Paesi a risorse limitate
L’INMI ha una lunga esperienza nella gestione di interventi di cooperazione internazionale in paesi in via di sviluppo per rafforzare le capacità di diagnostica nel campo delle malattie infettive e la risposta ad eventi epidemici: Romania, Albania, ex Jugoslavia, Turchia, Bulgaria, Georgia, Kazakistan, Egitto, Libia, Giordania, India, Capo Verde, Senegal, Tanzania, Uganda, Guinea Conacry, Nigeria, Liberia, Sierra Leone. Le attività sono state svolte su mandato o per conto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, della Direzione Generale per la Cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, e della Commissione Europea.
Da circa 10 anni l’INMI è presente nella Repubblica Unita di Tanzania per programmi di cooperazione sanitaria internazionale al fianco ed in sostegno al Paese africano nella gestione della infezione da HIV/AIDS, Malaria, Tubercolosi ed infezioni emergenti. Tali programmi sono stati tutti finanziati dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri. Inoltre sempre in Tanzania ha attivi programmi di intervento e ricerca finanziati dalla Commissione Europea.
La Ricerca
Le principali attività di ricerca dell’INMI sono relative alla infezione da HIV/AIDS, la tubercolosi, le epatiti virali, le infezioni emergenti e tropicali, le infezioni gravi ed associate alla assistenza sanitaria.
L’INMI coordina o partecipa a progetti e reti di ricerca ed intervento sulle malattie infettive nazionali finanziati dalla Regione, dal ministero della Salute, dalla Commissione europea, da altre agenzie internazionali o all’interno di progetti nazionali governativi bilaterali.
L’INMI ha sviluppato con il finanziamento della Commissione Europea il coordinamento delle reti europee dei centri clinici per le malattie ad alta contagiosità/pericolosità, dei laboratori di massimo livello di protezione, e della formazione sulle emergenze infettive. Negli ultimi 10 anni ha coordinato/co-coordinato oltre 10 progetti e partecipato ad oltre 20 Progetti e Reti di Ricerca Europee, finanziati dalla Commissione Europea.
Pubblica circa 130 pubblicazioni indicizzate per anno su riviste nazionali ed internazionali per un totale di oltre 500 punti di Impact Factor grezzo. È titolare di 12 brevetti italiani, 7 comunitari, 2 negli Stati Uniti d’America, 1 in India, oltre a 2 marchi comunitari.
Prima di partire è necessario documentarsi sull’obbligo e meno di vaccinarsi contro specifiche malattie, tenendo presente che è comunque sempre opportuno consultare al riguardo il proprio medico curante. Ecco le informazioni sui certificati di vaccinazione richiesti nei vari Paesi ed sui centri in Italia dove è possibile effettuare le vaccinazioni.
Vaccinazioni e profilassi nel mondo
I cittadini dell’UE godono di una serie di diritti nell’ambito dei Paesi dell’UE nel settore dell’assistenza sanitaria. Di seguito le informazioni, gli aiuti ed i consigli su coperture sanitarie di breve e lunga durata, diritto alle cure, come trovare l’ospedale giusto all’estero, spese e rimborsi ecc.
La tua Europa – Sanità
Nel sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization) si possono trovare informazioni sulle maggiori epidemie in atto nel mondo, sui paesi più a rischio di contagio ed il continuo aggiornamento del numero di casi per Paese (in inglese)
Disease Outbreak News
Gli anziani, se non portatori di particolari patologie, possono affrontare viaggi con le medesime precauzioni dei giovani adulti, anche se è bene consultare prima della partenza il proprio medico curante ed un centro di medicina dei viaggi, al fine di valutare i rischi del viaggio, eventuali vaccinazioni da effettuare e le medicine da portare con sé.
Particolare attenzione va posta ai viaggi aerei soprattutto se lunghi, per il rischio di trombosi venose del polpaccio, per cui è bene avere durante il viaggio calzature comode, calze contenitive e soprattutto è consigliabile alzarsi ogni tanto durante il volo e muovere le gambe. Se necessario può essere utile somministrare, alle persone più a rischio, degli anti aggreganti o anticoagulanti sempre dopo consultazione medica.
Il viaggio aereo è controindicato in caso di anemia grave o di patologia severa del sistema cardio-vascolare come, ad esempio, in soggetti con scompenso cardiaco, infarto del miocardio /ictus cerebri recenti o angina pectoris. E’ sconsigliato il soggiorno in aree tropicali nelle stagioni caldo-umide in quanto la disidratazione e gli squilibri elettrolitici, conseguenti al caldo o ad eventuali disturbi intestinali, possono instaurarsi con più facilità e con effetti più rilevanti a causa di una ridotta funzionalità renale ed di una minore percezione del senso della sete.
Bisogna inoltre ricordare che, con l’età, si può andare incontro ad una fisiologica inefficienza dei meccanismi di compenso e di adattamento. Il viaggiatore anziano può presentare una riduzione della forza muscolare e dell’elasticità delle articolazioni; ciò lo rende più soggetto ad eventuali traumatismi e, a causa dei tempi di recupero più lunghi, può accusare più facilmente ed intensamente la stanchezza fisica ; gli anziani sono, in genere, più soggetti ai colpi di calore per una minor capacità di traspirazione della cute e ad una iporeattività del microcircolo sanguigno in risposta al calore ; potrebbero, inoltre, essere più esposti alle infezioni perché in senescenza si ha molto spesso una riduzione della capacità del sistema immunitario di produrre anticorpi protettivi. Per quel che riguarda i vaccini, il viaggio può rappresentare un’occasione utile per verificare la copertura delle vaccinazioni di base quali il vaccino antitetano, antipoliomielite, antidifterite.
Non vi sono controindicazioni ai vaccini legate all’età. Si deve tuttavia segnalare che le vaccinazioni nei soggetti di età superiore ai 65 anni richiedono maggiore prudenza: in particolare la risposta immune a seguito della vaccinazione può essere più ritardata rispetto a quella dei soggetti più giovani e pertanto i vaccini dovrebbero essere somministrati con maggiore anticipo rispetto al viaggio in questo gruppo di individui; in secondo luogo alcuni vaccini, come quello della febbre gialla, possono avere una percentuale di effetti collaterali maggior nei viaggiatori di età superiore ai 65 anni (Leder K et al. Travel vaccines and elderly patients: review of vaccine available in the United States. Clin Infect Dis 2001;33(9):1553-66).
In generale, i bambini presentano gli stessi rischi per la salute della popolazione adulta tuttavia le conseguenze dell’acquisizione di una malattia durante il viaggio possono essere più gravi. Alcune condizioni patologiche possono, infatti, essere difficili da riconoscere nei bambini.
Per un bambino in buono stato di salute non esistono controindicazioni assolute ai viaggi, neanche in aree, dove risultano essere endemiche determinate malattie infettive quali, ad esempio, l’epatite A, il Tifo, la febbre gialla, la meningite.
Prima del viaggio però è necessario avere dei piccoli accorgimenti al fine di non incorrere in brutte sorprese durante il viaggio o al rientro. Ad esempio, è consigliato verificare prima della partenza che il bambino abbia effettuato correttamente tutti i vaccini previsti dal calendario vaccinale in rapporto all’età ed, a seconda della destinazione, valutare con il proprio pediatra o con lo specialista in medicina dei viaggi la necessità di somministrare vaccini specifici per l’area di destinazione.
La malaria e la dengue in un bambino piccolo minore di 5 anni rappresentano un’emergenza medica.
La malaria, in particolare, può portare rapidamente a gravi complicanze inclusoa la morte. I primi sintomi sono aspecifici , simili a un banale episodio influenzale e possono sopraggiungere rapidamente complicazioni potenzialmente mortali nelle ore che seguono l’esordio della sintomatologia.
Si deve cercare rapidamente assistenza medica se un bambino sviluppa una malattia febbrile entro 3 mesi (o raramente di più) da un viaggio in un paese o area a rischio. La conferma laboratoristica della diagnosi devono essere richiestea e pervenire il prima possibile ma non deve comunque far tardare l’inizio di un trattamento con un farmaco antimalarico efficace. Nei neonati la malaria deve essere sospettata anche in mancanza di febbre.
È consigliabile che i genitori non portino lattanti o bambini con meno di 5 anni di età nelle zone dove sia endemica la malaria da P. falciparum. Se il viaggio non può essere evitato, i bambini devono seguire scrupolosamente le raccomandazioni per evitare le punture d’insetto e ricevere una chemioprofilassi appropriata. Nel caso di viaggi di lunga durata o negli espatri il dosaggio chemio profilattico va adeguato in base all’aumento del peso corporeo del bambino.
A seconda dell’età del bambino, infatti, si possono somministrare alcuni vaccini mentre altri non sono indicati. Ad esempio, al di sotto di un anno non è consigliato alcun vaccino ad eccezione di quello contro il meningococco. Il vaccino contro l’epatite A è consigliato ai bambini con più di un anno in caso di viaggio in zone endemiche. Il vaccino contro la febbre gialla va somministrato solamente ai bambini che abbiano compiuto un anno di età e laddove si debbano recare in zone dove il vaccino anti-amarillico è obbligatorio o consigliato; il vaccino contro la febbre tifoide è consigliato invece se si visitano zone ad alto rischio ma solo ai bambini che abbiano compiuto i due anni di età.
Le zone in cui vi è un alto rischio di malaria non sono indicate per i bambini molto piccoli, occorre quindi prestare attenzione non solo ai farmaci antimalarici ma anche ai repellenti cutanei che si intendono utilizzare valutandone gli effetti collaterali in particolari fasce d’età. La chemioprofilassi antimalarica, che non fornisce una protezione del 100%, prevede degli schemi specifici per i bambini a seconda del peso e dell’età.
Per quanto riguarda la diarrea bisogna ricordare che i bambini sono particolarmente sensibili ai microbi gastroenterici ed il rischio di andare incontro a disidratazione è maggiore rispetto agli adulti. Nel caso di allattamento al seno il bambino potrà essere considerato in parte protetto grazie all’immunità materna, per i bambini più grandi invece bisogna prestare maggior attenzione alle norme igienico-sanitarie di base, alla potabilità dell’acqua e, se necessario, ai metodi di purificazione di questa quali la bollitura, la filtrazione etc… Naturalmente in caso di diarrea è fondamentale una immediata reidratazione, ad esempio con una soluzione reidratante orale composta da un cucchiaino di sale e 8 cucchiaini di zucchero sciolti in un litro d’acqua.
La gravidanza non rappresenta di per sé una controindicazione ai viaggi. I periodi di maggior rischio sembrano essere tra la 12a e la 15a settimana per il rischio di aborto e dopo la 30a per stati di eclampsia.
Il viaggio andrebbe discusso con uno specialista in Medicina del Viaggiatore e con il proprio medico curante o ostetrico al fine di valutare i rischi correlati con la destinazione e le vaccinazioni necessarie.
Poiché molte compagnie non accettano in viaggio donne oltre la 35a settimana di gestazione ed in alcuni casi, soprattutto nei viaggi lunghi, potrebbero non accettarle dopo la 28-30a settimana andrebbe contattata la compagnia aerea prima della prenotazione del viaggio. Durante i viaggi aerei sarebbe meglio non mantenere la posizione seduta troppo a lungo e a tale scopo è consigliabile avere un posto vicino al corridoio e cercare di muoversi per 10-15’ ogni ora e assumere una adeguata quantità di liquidi.
Le donne in gravidanza dovrebbero ricevere vaccinazioni soltanto se urgentemente necessarie o in ben definite situazioni. Tutti i vaccini allestiti con microrganismi viventi attenuati sono controindicati; gli altri vaccini sono probabilmente sicuri, ma in taluni casi mancano dati al riguardo. La decisione di vaccinare dipende quindi in larga parte da una valutazione approfondita dei rischi e dei benefici derivanti dalla vaccinazione.
Vaccino | Tipo di vaccino | Uso in gravidanza | Osservazioni |
BCG | No | ||
Colera | Orale inattivato | Si se indicato | Necessario completare l’immunizzazione almeno 1 settimana prima della possibile esposizione. |
Encefalite Giapponese | Virus inattivato | No | Nella popolazione anziana previste 3 dosi. |
Epatite A | Virus inattivato | Si | Consigliata per viaggi in tutti i paesi tropicali |
Epatite B | Subunità virali | Si | |
Febbre tifoide Ty21a | Batteri attenuati | No | Vi sono informazioni limitate a riguardo. Si preferisce evitare in gravidanza. Se è prevista anche la profilassi antimalarica mantenere un intervallo di almeno 3 giorni. |
Febbre gialla | Virus vivo attenuato | No | Limite di età per la somministrazione 9-12 mesi, per l’OMS per rischio encefalite postvaccinale. Durata a vita senza necessità di richiami. |
Influenza | Virus inattivato o subunità virali | Si | |
Malattia meningococcica | Polisaccaride della parete dei batteri oppure oligosaccaridi coniugati con proteine | Si | |
Morbillo, Parotite, Rosolia | Virus vivo attenuato | No | |
Poliomielite OPV | Virus vivo attenuato | No | |
Poliomelite IPV | Virus inattivati | Si | |
Rabbia | Virus inattivato | Si | |
Tetano/differite | Tossoide | Si | |
Varicella | Virus vivo attenutato | No |
Ogni prescrizione deve tuttavia essere personalizzata e derivare da una accurata anamnesi e da una scrupolosa visita da parte del medico.
La probabilità di sviluppare una malaria grave o complicata è più alto durante la gravidanza; ciò aumenta il rischio di parto prematuro o di aborto spontaneo. Per tale motivo è di primaria importanza adottare misure che prevengano la puntura di zanzare con appositi prodotti repellenti e, dopo consulto con lo specialista in Medicina del Viaggiatore, iniziare un’appropriata profilassi antimalarica. D’altronde alcune misure di chemioprofilassi farmacologica non possono essere consigliate in gravidanza. Ci sono diversi paesi dove in linea di massima si dovrebbe evitare di andare; in particolare quelli dove è alto il rischio di malaria da P.falciparum resistente alla clorochina (gran parte dei paesi dell’Africa intertropicale ed il Sud-Est asiatico).
Inoltre è noto come il virus Zika, che si trasmette attraverso la puntura di zanzara o i rapporti sessuali, possa comportare gravi anomalie nel prodotto del concepimento. E’ perciò sconsigliato, alle donne in gravidanza, viaggiare nei paesi dove è più alto il rischio di acquisizione di infezione da virus Zika. Se non è possibile rimandare il viaggio sarà necessario prendere stringenti misure per prevenire la trasmissione attraverso le punture di zanzara e i rapporti sessuali .Nel caso in cui si abbia un partner sessuale che vive o abbia viaggiato in una zona endemica per Zika si dovrebbe far uso del condom per il periodo rimanete della gravidanza.
Una disabilità fisica non costituisce di per sé generalmente una controindicazione a viaggiare: le linee aeree hanno regolamenti in merito alle condizioni di viaggio per i passeggeri con handicap.
I soggetti ciechi o ipovedenti che sono normalmente accompagnati da un cane guida hanno diritto a portare con sé il cane a bordo. Tuttavia a seconda del paese di destinazione vi potrebbero essere leggi restrittive circa l’accesso di animali da paesi esteri ed il cane potrebbe essere soggetto alle norme di quarantena
Si consiglia pertanto di informarsi con un certo anticipo prima del viaggio delle soluzioni offerte dalle diverse compagnie aeree e delle leggi del paese di destinazione.
Molte persone che viaggiano vanno incontro a disturbi gastroenterici, spesso non gravi e di breve durata, che si risolvono spontaneamente in pochi giorni.
E’ bene precisare che non necessariamente questi piccoli disturbi dipendono dalla non salubrità dei cibi. In alcuni casi Il nostro organismo, ed in particolare il nostro apparato digerente, possono impiegare del tempo prima di abituarsi ad una diversa alimentazione.
A causa di una minor efficacia delle difese immunitarie, è necessario avere qualche attenzione in più per l’ alimentazione dei bambini, delle donne in stato di gravidanza e degli anziani.
Ad ogni modo, soprattutto nei paesi caldi o con condizioni igieniche non ottimali, è sempre necessario per tutti attenersi a poche e semplici regole.
Nelle regioni a clima caldo ed in estate aumenta il rischio di tossinfezioni alimentari perché la temperatura ambientale più elevata favorisce la moltiplicazione dei microrganismi presenti negli alimenti.
Inoltre il rischio aumenta con il consumo di cibi crudi (per esempio il “carpaccio” di carne o pesce).
La cottura, specie ad alta temperatura, elimina o attenua questo rischio.
Il primo consiglio è quello di acquisire informazioni sul Paese meta del viaggio: il clima e lo sviluppo economico spesso condizionano il livello igienico generale ed indirettamente la qualità attesa e l’affidabilità del cibo.
La presenza di microrganismi patogeni non è sempre macroscopicamente/sensibilmente evidente; gli alimenti contaminati possono apparire inalterati, mantenendo le loro caratteristiche di colore, odore e sapore.
Un alimento che possieda un bell’aspetto può risultare gradevole ai nostri occhi tuttavia tale caratteristica non costituisce una garanzia di salubrità del cibo in questione e non è sufficiente a evitare il rischio di infezioni.
Di seguito sono riportati i 10 punti fondamentali per la prevenzione delle malattie trasmesse dagli alimenti stilati dall’Organizzazione Mondiale :
I morsi di alcuni mammiferi come cani, gatti, roditori, scimmie possono essere ad elevato rischio di trasmissione di rabbia, tetano, bartonellosi ed altre infezioni.
La vaccinazione antirabbica va valutata caso per caso sulla base dell’itinerario di viaggio. In qualsiasi caso è assolutamente sconsigliato toccare o dar da mangiare ad animali sconosciuti (siano essi domestici o selvatici), particolarmente nelle regioni dove la rabbia è endemica.
Al fine di prevenire un infezione, tutte le ferite da morso o da graffio devono essere immediatamente pulite con acqua e sapone, vanno rimossi eventuali materiali estranei e poi successivamente vanno applicati i comuni disinfettanti. I viaggiatori che fossero stati esposti al morso di un animale rabido devono recarsi immediatamente al centro medico più vicino per far sì che venga valutata la necessità o meno di somministrare una della profilassi post-esposizione. I viaggiatori che hanno ricevuto l’ultima dose di vaccinazione antitetanica più di 5 anni prima o a cui non sono state somministrate almeno 3 dosi di vaccino dovrebbero ricevere una nuova dose di richiamo.
I viaggiatori che si recano in aree tropicali, subtropicali e desertiche devono sapere che è possibile imbattersi in serpenti, scorpioni e ragni velenosi; è quindi consigliato, prima di intraprendere un viaggio in queste aree, informarsi circa gli eventuali rischi.
Un incontro con un serpente può essere una circostanza non molto rara nei Paesi del Sud Est Asiatico, dell’Africa Sub-sahariana e delle regioni tropicali delle Americhe.
Ovviamente si è più a rischio quando si lavora all’aperto o si attraversano campi e zone rurali. Il morso può determinare alterazioni della sensibilità, parestesie, debolezza e paralisi, inclusa quella dei muscoli respiratori. Il veleno, inoculato con il morso, può determinare spesso delle alterazioni a livello della coagulazione del sangue con possibilie fenomeni emorragici.
Se un viaggiatore viene morso da un animale è importante mantenere la calma ed immobilizzare immediatamente l’arto per diminuire la necrosi tissutale e ritardare l’assorbimento del veleno. E’ di fondamentale importanza ridurre al minimo l’attività fisica.
Si raccomanda di recarsi immediatamente al centro sanitario più vicino; nel caso in cui gli spostamenti siano troppo lunghi si consiglia di applicare una benda all’estremità morsa, avendo cura di non bloccare la circolazione. Altre azioni quali incisione, suzione, torsione e compressione sull’arto ferito sono pericolose e dunque da evitare.
E’ sconsigliato applicare ghiaccio sulla ferita o bere bevande alcoliche per cercare di alleviare il dolore. E’ inoltre sconsigliato consumare bevande contenenti caffeina. Se possibile
sarebbe opportuno cercare di ricordare il colore del corpo del serpente, al fine di agevolare i sanitari nel riconoscere il tipo di serpente e provvedere ad instaurare la terapia più efficace.
Il morso di un serpente può essere prevenuto con un abbigliamento protettivo adeguato, come stivali e pantaloni lunghi, evitando di frequentare gli habitat tipici dei serpenti e prestando grande attenzione specialmente nelle ore notturne, momento in cui i serpenti sono più attivi.
Anche gli scorpioni sono diffusi nelle aree tropicali, subtropicali e desertiche. In seguito alla puntura di questi animali, si possono manifestare sintomi quali dolore locale, parestesie, disfunzioni del sistema neuromuscolare come crisi epilettiche, spasmi muscolari, movimenti casuali della capo, del collo e degli occhi, nausea, vomito, scialorrea. Inoltre possono presentare ipertensione , tachicardia e difficoltà respiratoria.
La notte rappresenta uno dei momenti a maggior rischio di puntura in circostanze fortuite. Le parti più colpite sono gli arti e occasionalmente il collo e la testa di persone addormentate. Le precauzioni da adottare sono semplici:
I ragni, in generale, sono innocui, ad esclusione di alcune specie pericolose per l’uomo. Il veleno di alcuni ragni è costituito da una sostanza che provoca danni al sistema nervoso, causando forti dolori, spasmi muscolari e necrosi tessutale. Differentemente, le tarantole possono provocare un’irritazione grave della pelle tramite i peli contenenti tossine. Il primo trattamento delle punture di scorpioni e ragni è il controllo del dolore locale con l’applicazione di ghiaccio per 30 muniti, interponendo un pezzo di stoffa tra il ghiaccio e la pelle; sono anche utili gli antiinfiammatori orali. La persona che è stata punta va subito trasportata in una struttura sanitaria, soprattutto se i sintomi peggiorano.
Le zanzare, le mosche, i moscerini, i pappataci, le zecche, le cimici e molti altri insetti possono causare un semplice fastidio, reazioni cutanee in seguito alla loro puntura/morso o addirittura essere veicolo di malattie. Dal momento che nessun farmaco o vaccino è attualmente in grado di garantire una protezione totale dal rischio di malattie trasmesse da insetti (malaria, dengue, filariosi, encefalite giapponese e molte altre ancora) è fondamentale cercare di evitare il più possibile il contatto con questi insetti. E’ dimostrato che l’impiego di mezzi di difesa contro la zanzara riduce il rischio di acquisire la malaria del 90%. Le informazioni valide per la zanzara anofele (insetto vettore della malaria) possono in gran parte essere estese anche agli altri insetti. Molte sostanze, e un discreto numero di dispositivi, sono considerati efficaci nella prevenzione delle punture della zanzara anofele. Non tutti hanno la stessa efficacia ed alcuni non hanno nessun effetto protettivo. Informazioni utili sulle punture da zecche possono essere ottenute dal sito del Ministero della Sanità.
Repellenti
L’efficacia del repellente e la durata della protezione varia considerevolmente a seconda del prodotto utilizzato. Inoltre il potere repellente è differente a seconda del tipo d’insetto (es. tra le zanzare e le zecche). L’efficacia del prodotto e la durata della protezione sono marcatamente influenzate dalla temperatura ambientale, dal livello di attività, dalla quantità di sudore, dall’esposizione all’acqua e da altri fattori.
La N,N-diethyl-m-toluamide o DEET è il più efficace repellente topico disponibile sul mercato e vanta il più ampio spettro d’azione (zanzare, zecche, mosche). Viene distribuito in confezioni contenenti concentrazioni variabili tra il 7 ed il 20%. Concentrazioni ≤ 10% sono indicate per i bambini fino ai 12 anni di età (il numero di applicazioni giornaliere dipende dall’età del bambino), mentre le confezioni a concentrazione maggiore (per un massimo di 4-5 applicazioni nelle 24 ore) sono indicate per gli adulti. La maggiore o minore concentrazione non influisce sull’attività del repellente ma sulla durata d’azione (in media 2-3 ore). La sicurezza dell’impiego in gravidanza di questo presidio non è stata fino ad ora stabilita con certezza. Recentemente è stato condotto uno studio (McGready R et al. Am J Trop Med Hyg 2001 Oct;65(4):285-9) in donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza applicando una dose di 1.7 g di DEET/die: nel corso di questo studio non sono stati evidenziati effetti avversi neurologici, gastrointestinali o dermatologici sulle donne e non sono stati riscontrati effetti avversi sulla sopravvivenza, crescita o sviluppo dei bambini, sia al momento della nascita che ad un anno di follow-up; il prodotto ,comunque, si è dimostrato attraversare la placenta.
Una concentrazione di icaridina/picaridina al 20% offre una protezione efficace e adeguatamente prolungata nel tempo. Formulazioni a concentrazioni inferiori (10%), tuttavia,sono risultate ugualmente efficaci in alcuni studi.
Alcune precauzioni sono importanti:
• Utilizzare prodotti contenenti concentrazioni inferiori al 10% nei bambini
• Lavarsi le mani dopo l’applicazione per evitare un’accidentale applicazione sugli occhi o sulle labbra
• Possibile irritazione agli occhi ed alla cute
• Riduzione dell’efficacia delle creme per la protezione dal sole
• Non applicare il prodotto su ferite, abrasioni o zone di cute ustionata
• Applicare il prodotto sulla pelle esposta o sui vestiti. Non applicare il repellente sotto i vestiti
• Il prodotto può danneggiare la plastica (attenzione ad occhiali, orologio ecc.), il rayon ed il cuoio; non intacca cotone, nylon o lana.
• Utilizzare i repellenti sempre nel rispetto delle indicazioni e delle controindicazioni fornite dalla scheda informativa.
NB: leggere bene il foglio illustrativo che accompagna il prodotto Bayrepel. E’ stato recentemente immesso in commercio un nuovo repellente (acido 1-pipetidincarbossilico, 2-(2-idrossietil)-,1-metilpropilestere) dotato di efficacia pari al DEET ma senza azione dannosa su plastica e materiali sintetici. Il prodotto, commercializzato con lo steso nome del DEET da parte della casa produttrice (Bayer, www.autan.co.uk), mantiene la stessa attività nei confronti dei principali insetti nocivi (zanzare, mosche, zecche, simulidi e culicoides). Il prodotto è stato raccomandato dalla World Health Organization (WHO/OMS) (WHO: Report of the fourth WHOPES Working Group Meeting, WHO/CDS/WHOPES/2001.2 Geneva: WHO, 2001) ed è stato autorizzato in molti paesi sia per l’utilizzo negli adulti che neibambini al di sopra dei 2 anni di età.
Citronella: repellente naturale, probabilmente sicuro per i bambini. Non danneggia gli indumenti sintetici, l’orologio, gli occhiali. Talora ha odore penetrante. Durata d’azione inferiore ad 1 ora.
Permetrina: Si tratta di un pesticida piuttosto che di un repellente ed è utilizzato per impregnare i vestiti. La permetrina è una piretrina sintetica con attività insetticida e repellente per gli insetti. Il suo impiego sulla pelle è registrato soltanto per il trattamento della scabbia, mentre non lo è il suo uso come repellente. La permetrina è disponibile presso alcuni negozi con il nome di Duranon o Permanone, sia in forma liquida sia in forma spray.
La permetrina così applicata resiste a diversi successivi lavaggi ed i vestiti rimangono impregnati fino a 2-6 settimane.
Un altro eccellente mezzo di protezione individuale è rappresentato dalle zanzariere che sono tra i presidi più efficaci, specialmente quando si dorme. Le reti possono essere usate con o senza trattamento insetticida, tuttavia quelle trattate con piretroidi sono molto più efficaci. Le maglie devono essere forti ed avere una dimensione inferiore a 1.5 mm; le reti devono essere rimboccate sotto il materasso assicurandosi che non vi siano rimaste intrappolate zanzare. Altri presidi sono costituiti da serpentine anti-zanzare oppure da spray insetticidi che agiscono per effetto dello shock che provocano negli insetti.
I vestiti protettivi rivestono un ruolo importante soprattutto nelle ore in cui i vettori sono attivi (si fa presente che alcuni vettori come quelli della dengue e del Chikungunya sono maggiormente attivi durante il giorno mentre i vettori della malaria sono maggiormente attivi all’alba ed al tramonto). Lo spessore del tessuto è un fattore determinante e nessuna parte della pelle deve rimanere scoperta, a meno che non sia stata prima trattata con un insetto-repellente. Se applicato sui vestiti il repellente è efficace più a lungo che sulla pelle. Nelle aree infestate da zecche e pulci i piedi devono essere protetti da calzature appropriate, rimboccando i calzini con le estremità dei pantaloni.
L’ alloggio con aria condizionata è la misura più efficace per tener lontano zanzare ed altri insetti. Si consiglia comunque di usare le zanzariere anche in presenza di aria condizionata.
Zampironi, spray di insetticida ed erogatori elettrici sono molto efficaci soprattutto all’interno delle abitazioni.
Limitare le attività all’aperto nelle ore di maggior attività degli insetti. Per la malaria il periodo di rischio va dall’imbrunire all’alba; per Zika virus, al contrario, il periodo a maggior rischio è durante il giorno.
Non Efficaci
Decalogo Anti Zanzare
Infine, poiché alcune infezioni possono essere veicolate dalle uova di alcune mosche (Miasi), si consiglia di non lasciare gli indumenti ad asciugare al sole e di stirarli sempre dopo l’asciugatura.
L’avvelenamento da tossine marine è un rischio spesso sottostimato dai viaggiatori, specialmente nelle mete tropicali e sub-tropicali. Inoltre, questo rischio è in aumento a causa di fattori correlati con i cambi climatici, il danneggiamento della barriera corallina etc.
L’avvelenamento da Ciguatera avviene dopo l’ingestione di pesci presenti vicino alle barriere coralline, come barracuda, murene, cernie, murene, ricciole, spigole, storioni, pesci pappagallo, red snapper etc. Questi pesci sono contaminati con particolari tossine , la ciguatossina e la maitotossina. La Ciguatossina è concentrata nel fegato, nell’ intestino, nella testa e nelle uova del pesce.
E’ ampiamente diffusa nelle acque tropicali e sub-tropicali ed in particolare nell’Oceano Pacifico, nell’Oceano Indiano nel Mare dei Caraibi. Le nuove aree a rischio sono le Isole Canarie, il Mediterraneo Orientale, ed il Golfo del Messico Occidentale.
Il tipico avvelenamento si presenta con sintomi gastrointestinali ed è spesso associate a sintomi neurologici.
Le seguenti precauzioni sono fondamentali:
Evitare o comunque limitare il consumo dei pesce sopra elencati soprattutto se di peso superiore a 2.7 Kg.
Evitare completamente pesci ad elevato rischio quali barracuda e murene.
Evitare le parti del pesce con la più alta concentrazione di tossina: fegato, intestino, testa e uova del pesce.
Bisogna ricordare che la presenza della tossina non altera la consistenza, il sapore e l’odore del pesce e non viene distrutta dagli acidi grassi, dalla cottura, dall’affumicatura, dal congelamento, dalla salatura, dall’inscatolamento.
La sindrome sgombroide – conosciuta anche come HFP (Histamine Fish Poisoning) – è il secondo tipo più frequente di intossicazione da prodotti ittici. La malattia si manifesta dopo l’ingestione di pesce impropriamente refrigerato che contiene alti livelli di istamina e ricorda una reazione allergica moderata o grave.
I pesci tipicamente associati a tale avvelenamento includono il tonno, il mackerel, mahimahi (dolphin fish), sardine, acciughe , aringhe, bluefish (pesce serra), ricciola, e marlin, ovvero pesci con livelli alti di istamina nella carne cruda.
I sintomi ricordano quelli di una reazione allergica ed esordiscono 10-60 minuti dopo ‘ingestione di pesce contaminato.
I pesci contaminati potrebbero avere un sapore pepato, metallico o salato ma potrebbero anche essere assolutamente normali per quanto riguarda sapore, odore e consistenza. La precauzione fondamentale è la refrigerazione al di sotto dei 4 °C o il congelamento immediato dopo la pesca. La cottura, l’affumicatura e l’inscatolamento non distruggono l’istamina nel pesce contaminato.
Esistono diverse forme di avvelenamento da ingestione di molluschi bivalve (come cozze, vongole, ostriche etc).
I molluschi contaminati sono presenti nelle acque temperate e tropicali solitamente durante e dopo la fioritura di alcune alghe.
L’avvelenamento si manifesta con sintomi gastrointestinali e neurologici di gravità variabile.
La prevenzione consiste nell’evitare l’ingestione di molluschi bivalve particolarmente durante e subito dopo la fioritura delle alghe, che spesso viene riferita localmente come “marea rossa” o “marea marrone”.
La maggior parte degli animali marini sono generalmente innocui a meno che non si sentano minacciati. La maggior parte degli infortuni sono il risultato di incontri casuali o manovre brusche del bagnante. Le ferite risultanti hanno molte caratteristiche comuni: contaminazione batterica, corpi estranei e occasionalmente veleno. Le lesioni da pesci marini velenosi e da invertebrati stanno aumentando con la popolarità del surf, delle immersioni subacquee e dello snorkeling. Las maggior parte delle specie responsabili di lesioni umane, tra cui razze, meduse, ricci di mare e scorfani, vivono in acque costiere tropicali.
In caso di lesioni, identificare le specie coinvolte può aiutare a determinare il miglior corso di trattamento. Segni e sintomi possono non apparire per ore dopo il contatto, o l’animale potrebbe non essere stato visto o riconosciuto al momento della ferita. In questi casi, il trattamento si basa sulla lesione. I sintomi di lesioni velenose possono variare da lieve gonfiore e arrossamento del sito a sintomi più gravi, come difficoltà di respirazione o deglutizione, dolore toracico o dolore intenso nella sede della puntura, per la quale è necessario richiedere un trattamento medico immediato. La gestione varia a seconda della gravità dei sintomi e può includere farmaci come difenidramina, steroidi, antidolorifici e antibiotici.
Raccomandato
risciacquare la zona interessata con acqua di mare (non acqua dolce)
rimuovere eventuali spine dalla pelle usando una pinzetta o il bordo di una carta di credito
immergere la zona in acqua molto calda (il più caldo possibile tollerabile) per almeno 30 minuti – utilizzare flanelle o asciugamani caldi se non è possibile immergerlo
assumere antidolorifici come il paracetamolo o l’ibuprofene
Non raccomandato
usa l’aceto
pipì sulla puntura
applicazione il ghiaccio o un impacco freddo
toccare qualsiasi spina a mani nude
coprire o chiudere la ferita
Quando ricorrere a cure ambulatoriali
forte dolore che non sta andando via
ferita sul viso o sui genitali
ferita da pastinaca
Quando recarsi in emergenza
respirazione difficoltosa
dolore al petto
convulsioni
grave gonfiore intorno alla zona interessata
grave sanguinamento
vomito
vertigini o perdita di coscienza
Come evitare di essere punto
attenzione ai segnali di pericolo sulla spiaggia
considerare di indossare una muta durante il nuoto in mare, in particolare durante la primavera e l’estate
indossare scarpe impermeabili o sandali quando si cammina in acque poco profonde o aree rocciose
sbuffare o battere i piedi quando si cammina in acque poco profonde per rendere le creature del mare consapevoli del fatto che si sta avvicinando.
Le malattie sessualmente trasmissibili si contraggono attraverso pratiche sessuali non sicure. Tuttavia, il rischio di infezione può essere ridotto evitando rapporti occasionali non protetti e utilizzando sempre il preservativo. Le malattie trasmesse sessualmente includono ad esempio l’epatite B, l’HIV-AIDS, la sifilide, ecc.
Il Ministero della Salute ha pubblicato sul suo sito istituzionale una pagina web con informazioni e consigli di prevenzione relativi ad alcune tra le principali malattie infettive endemiche in alcuni Paesi dell’area tropicale e sud tropicale:
www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=653&area=Mala… infettive&menu=altre malattie
Nelle schede analitiche sono riportate informazioni scientifiche e per una prevenzione di primo livello del viaggiatore temporaneo e dei connazionali stabilmente presenti in aree a rischio.Per ulteriori approfondimenti ed eventuali misure di profilassi e/o vaccinazione – ove disponibili – è comunque indicato consultare il proprio medico curante o la propria ASL. Consultare inoltre la pagina web relativa alle vaccinazioni e profilassi nel mondo del Ministero della Salute:http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=655&ar…
A coloro che, rientrando da Paesi in aree (tropicale, sub-equatoriale etc.) con particolare diffusione di tali malattie, accusassero anche a distanza di giorni sintomi ad esse riconducibili (febbre, diarrea, vomito etc.), si raccomanda di consultare immediatamente medico e struttura sanitaria di riferimento.
La malaria, la dengue, la chikungunya, Zika, la “Rift Valley” sono tipi di malattie che vengono trasmesse all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette.
Per queste malattie non esistono, al momento, vaccini specifici. Solo per la malaria, l’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia una profilassi con farmaci diversi*, secondo l’area geografica in cui ci si reca, che devono essere prescritti dal medico curante.
Pertanto, in assenza di ulteriori raccomandazioni, si consiglia l’adozione di misure preventive da adottare durante la permanenza nei Paesi dove sono presenti queste malattie onde evitarne il contagio, quali:
Va comunque adottata particolare attenzione nell’utilizzo dei prodotti repellenti, attenendosi alle istruzioni e alle controindicazioni riportate sui foglietti illustrativi.
Altre informazioni specifiche sulle malattie nei Paesi che si intendono visitare si possono avere presso la propria ASL.
Se al ritorno da un Paese (tropicale, sub-equatoriale ecc..), dove sono presenti questi tipi di malattie, si accusa febbre – che può manifestarsi dopo alcuni giorni/settimane della data del rientro – è bene riferire sempre, al proprio medico curante/ospedaliero, dell’avvenuto viaggio/soggiorno nella località (area geografica, Paese, regione, etc) affetta, affinché si possano tempestivamente effettuare i test diagnostici del caso.
*(Si veda il sito del Ministero della Salute)
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